Logistica sostenibile: perché la pesatura mobile aiuta a ridurre il Carbon Footprint

Il Carbon Footprint è un indicatore ambientale dell’impatto delle attività umane sui cambiamenti climatici: misura le emissioni dei gas ( la CO_2,e tutti quelli inclusi nel Protocollo di Kyoto) direttamente o indirettamente associate a un’organizzazione o un prodotto che impattano sul clima. L’obiettivo è acquisire consapevolezza e mettere in atto strategie per ridurre l’impatto ambientale.

La logistica rientra tra le aree con il più ampio margine di miglioramento in termini di riduzione del Carbon Footprint: la gestione ambientale delle attività lungo tutta la catena di approvvigionamento diventa un elemento fondamentale per il raggiungimento di una supply chain più green e sostenibile nel lungo periodo.

Da qui si sviluppa il concetto di logistica sostenibile e la conseguente crescita del numero di aziende che stanno investendo in soluzioni tecnologiche, volte a limitare gli sprechi e ridurre l’impronta ecologica della supply chain.

Un esempio è proprio la pesatura mobile, che aiuta a ridurre significativamente il Carbon Footprint nei magazzini e, in generale nella logistica, perché:

1. Essendo la pesatura mobile, è possibile pesare la merce ovunque e non per forza sul pavimento nel mezzo del magazzino. Ciò comporta un notevole risparmio di carburante del carrello elevatore.
2. Potendo ottimizzare e massimizzare i carichi da trasportare, si ha un risparmio in termini di numero di trasporti da effettuare. Meno trasporti, dunque meno carburante, quindi meno emissioni.
3. Grazie all’ottimizzazione dei carichi sui veicoli, questi ultimi non si usurano velocemente, ma rimangono in buono stato per molto tempo. Un risparmio non solo legato alla sostenibilità, ma anche economico.

Grazie all’utilizzo di prodotti completi per la pesatura mobile è possibile quindi ridurre il Carbon Footprint e rendere più efficiente e intelligente il sistema aziendale. L’investimento iniziale per adeguarsi a una logistica green sarà ammortizzato grazie all’incremento della produttività, dato dall’implementazione di soluzioni intelligenti nel sistema aziendale. 

Tutte le aziende dovranno prima o poi adattarsi agli standard e agli interventi internazionali, anche in virtù della legislazione ambientale.

Carbon Footprint e legislazione ambientale

La certificazione Carbon Footprint è definita da norme internazionali: ISO 14067 per l’impronta climatica dei prodotti (Carbon Footprint dei Prodotti – CFP) e ISO 14064 per le organizzazioni, al fine di fornire una guida per la quantificazione e la rendicontazione delle emissioni.

Le certificazioni mostrano l’impegno dell’azienda in questo passaggio, sempre più sentito dalla legislazione ambientale.

La sesta relazione di valutazione del gruppo di esperti europei sul cambiamento climatico (Intergovernmental Panel on Climate Change - IPCC) sostiene che le emissioni di gas serra dovute alle attività umane sono responsabili del riscaldamento di circa 1,1°C dall'inizio del novecento.

Nella valutazione del 2019 l’Agenzia europea dell’ambiente (EEA) identifica i principali settori responsabili delle emissioni di gas serra nell’Unione Europea. L’uso di energia produce il 77,1% delle emissioni, circa un terzo del quale attribuibile ai trasporti. Il 9,10% della quota rimanente è imputabile ai processi industriali e all’uso dei prodotti.

Il Parlamento europeo, per contrastare i cambiamenti climatici, ha approvato la Legge europea sul clima, che alza l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di gas serra dal 40% al 55% entro il 2030. Il pacchetto legislativo, denominato “Pronti per il 55%” fa parte del Green Deal europeo finalizzato a raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. 

La logistica e i trasporti rientrano nei settori che non fanno parte di questo innalzamento di quote, ma nel marzo 2023 il Parlamento Europeo ha votato per incrementare il livello di riduzione dei gas serra in questo settore entro il 2030 dal 30% al 40% (rispetto ai livelli del 2005).